Durante l’adolescenza può accadere che il rapporto con il cibo subisca dei cambiamenti fino a trasformarsi in una sorta di lotta con esso.
Oggi si parla sempre più di disturbi del comportamento alimentare, tanto da far pensare ad un’epidemia. In realtà è ormai da anni che sta crescendo sempre più la consapevolezza che non si tratti semplicemente di cibo o peso, bensì di strategie per far fronte a momenti di forte stress psico-fisico che sono di norma vissuti durante l’adolescenza. Può accadere, per varie ragioni, che ci si senta in difficoltà di fronte ai cambiamenti che si devono affrontare, come ad esempio un nuovo ciclo di studi, conoscere persone nuove, conflitti familiari. Spesso di fronte a tali eventi ci si può sentire più piccoli o inadeguati rispetto alle aspettative che si sente che gli altri hanno su di noi e così può accadere che la tensione emotiva sia così forte, da dover trovare una strategia per far fronte a tutto ciò.
Di fronte a cambiamenti, come quelli fisici o relazionali, sui quali si ha la sensazione di non avere molto controllo, ecco che il cibo può offrire una possibilità di sentirsi maggiormente in potere sia su di sé che sugli altri.
Così, spesso si comincia con il voler mettersi a dieta per perdere qualche chilo, con l’obiettivo di sentirsi meglio nel proprio corpo e quindi di poter star meglio anche con gli altri. Purtroppo però, se questo viene fatto non rispettando i bisogni fisiologici del proprio corpo (e della propria mente!), la perdita di peso diventa spesso maggiore di quella prevista e il processo, come spesso si dice, “prende la mano” sperimentando quasi una sorta di euforia per il controllo che si riesce a esercitare.
E a questo punto il quadro potrebbe cominciare a confondersi, portando spesso le persone a pensare che si tratti solo di una ricerca di perfezione estetica. Certamente, possono anche esserci in tutto questo anche le aspettative ideali e il desiderio di essere accettati dagli altri a tal punto da doversi uniformare ad uno standard fisico ritenuto accettabile. Ma molto spesso sotto la punta dell’iceberg rappresentato dal disordine alimentare, vi sono emozioni, ansie, stress, timore del dolore emotivo e fisico…
Il comportamento restrittivo, come anche quello in eccesso, può però dar vita a problemi molto seri ed essere una condizione che può danneggiare sia l’organismo che la mente.
Il mondo emotivo è molto complesso e spesso dare un nome alle sensazioni che si provano non è facile e può portare anche ad utilizzare il cibo in maniera impropria e quindi ad abusarne, quasi come se fosse un contenitore, un mezzo per calmare ansie ed angoscie. Anche questa situazione può condurre quindi ad un circolo vizioso con forti sensi di colpa rispetto ad un atteggiamento con il cibo vissuto come trasgressivo.
Quali sono i segni che possono farti decidere di chiedere un aiuto o un parere di uno specialista?
Se dopo aver seguito una dieta, magari per perdere qualche chilo, ti accorgi che continui a pensare di voler continuare a diminuire il tuo peso corporeo;
se hai perso molto peso in poco tempo;
se hai paura di ingrassare ed il cibo diventa il tuo unico pensiero durante la tua giornata;
se guardandoti allo specchio continui a vedere di te un’immagine che non corrisponde a quella che gli altri ti riferiscono, quindi se continui a vederti grassa o a vedere parti di te abnormi (di solito sono la pancia, i fianchi o le cosce);
se eviti di mangiare alcuni cibi perchè pensi ti facciano ingrassare;
se sei una ragazza e hai perso più di un ciclo mestruale
se senti che a volte fai abbuffate e senti di avere mangiato più di quanto faresti in condizioni ordinarie
In questi casi o se nutri un qualsiasi dubbio circa tali argomenti, non esitare a cercare aiuto.